Il fascino della casa di ringhiera a Milano

Per innamorarsi di Milano bisogna conoscerla un po’ in tutti i suoi aspetti e una particolare caratteristica piena di fascino di questa città è la presenza, ancora oggi, delle case di ringhiera.

Le case di ringhiera a Milano, ci portano indietro nel tempo passato e rappresentano un’epoca caratterizzata dall’immigrazione, conseguente alla nascita dell’era industriale e allo sviluppo della città.

In particolare, nei primi anni del Novecento, Milano ebbe una rapida crescita industriale, accompagnata da una forte richiesta di manodopera non specializzata; ci fu un consistente arrivo di persone dal Sud Italia, in cerca di lavoro e questo evidenziò la carenza di alloggi per le classi popolari.

Casa di ringhiera: cos’è e dove si trova?

Si definisce casa di ringhiera, un condominio di edilizia popolare, con una struttura spartana, dai due ai sei piani, con balconi solo sulla facciata interna (mai esternamente), con un cortile interno comune e con un perimetro tipicamente a forma di quadrilatero.

Una delle principali peculiarità di queste abitazioni è rappresentata dal cortile interno, da cui partono le scale che portano ai piani superiori. Ogni piano è caratterizzato da una balconata continua con ringhiera di metallo, che prosegue lungo tutto il piano,unendo gli appartamenti ai quali si accede direttamente dalla stessa balconata/ballatoio.

Il termine “ringhiera” deriva appunto dal parapetto in ferro della balconata/ballatoio, che ancora oggi viene utilizzato per stendere i panni dalle varie famiglie.

Le case di ringhiera di Milano sono tipicamente situate nella zona dei Navigli, anche se è possibile trovare questi edifici anche altrove, dal centro alla periferia. Grazie alla loro architettura semplice, di case in linea colorate in giallo o in rosso, con il passare del tempo sono diventate il modello della casa milanese per eccellenza.

Come detto precedentemente, questa tipologia di abitazione nasce dall’esigenza di dare un tetto a operai che lavoravano nelle varie fabbriche della zona, ma con gli anni sono diventate attrattive anche per le classi sociali con tenori di vita differenti. Scelte principalmente dai più giovani grazie al fatto di essere posizionate in un contesto di quartiere, con una ricca presenza di bar, ristoranti e locali di intrattenimento.

Come si viveva nelle case di ringhiera

La maggior parte delle persone che arrivavano per lavorare erano di fuori Milano ed erano soprattutto giovani, serviva quini disporre di numerosi alloggi. Chi veniva in questa città in cerca di lavoro non aveva grosse pretese abitative; dato il contesto non particolarmente pretenzioso, si è iniziato a costruire velocemente tante case di bassa qualità, in molte abitazioni addirittura non era presente neanche l’acqua corrente.

Trovarsi ad alloggiare in questa tipologia di abitazione significava non avere una propria privacy, condividere la propria vita in una sorta di comunità.

La vita nelle case di ringhiera si poteva descrivere come un’esperienza in una grande famiglia, in cui c’era aiuto reciproco, solidarietà e accoglienza. Molto presenti erano le chiacchiere da un ballatoio a quello di fronte e tutti sapevano tutto di tutti. Si poteva godere di una sorveglianza reciproca ma anche i pettegolezzi erano molti, così come un’eccessiva invadenza e curiosità: ogni rumore veniva reso pubblico e commentato da tutti, e non c’era persona che poteva passare inosservata.

La privacy era quindi molto ridotta, qualsiasi cosa, anche la più insignificante, poteva diventare notizia di dominio pubblico.

Case di ringhiera: gli alloggi

Gli alloggi delle case di ringhiera erano quasi tutti dei bilocali (pochissimi monolocali): un soggiorno con angolo cottura e una camera da letto. Tutte le singole abitazioni erano comunicanti tra loro e la metratura era tipicamente sui 45-50 mq. Inoltre, tutte le finestre della camera davano sulla strada, mentre quelle del soggiorno sporgevano sul cortile interno.

In queste case non c’era il riscaldamento, infatti il soggiorno si riscaldava con la cucina economica a legna, mentre la camera era generalmente fredda, per questo motivo rimaneva sempre chiusa durante il giorno, così da non disperdere il calore generato dalla cucina.

Come detto precedentemente, spesso l’acqua corrente non era presente, per questo in un angolo veniva posizionato un treppiedi con catino per lavarsi. Ai piedi del treppiedi c’era un secchio che veniva riempito alla fontanella comune posizionata all’esterno.

I bagni erano posizionati sui i lunghi ballatoi che percorrevano il perimentro dell’edificio ed erano in uso comune con tutti gli alloggi del piano.

I furti e gli atti vandalici in queste abitazioni erano molto rari, la porta d’ingresso non era quasi mai chiusa a chiave perché appunto si viveva in comunità con i vicini.

La portineria, situata nell’androne dell’edificio, era il luogo principale del pettegolezzo e rappresentava una sosta più o meno obbligata. La portinaia controllava l’ingresso e l’uscita di tutti, quindi era informata su tutto e attenta a ogni piccolo dettaglio. Insieme al ballatoio, l’altro luogo di socializzazione principale era il cortile, in acciottolato e lastroni in pietra.

Da un lato c’erano le donne ai lavatoi che si riunivano per le proprie attività domestiche e dall’altro i ragazzi che giocavano a pallone. Il cortile veniva ogni giorno riempito da risate e urla dei bambini, che sfogavano la loro allegria in questo spazio, lontano dai pericoli della strada e controllati dalle madri. Le madri, dai balconi, oltre a controllare i loro figli, si trovavano a far salotto chiacchierando del più e del meno oppure dedicandosi ad attività manuali e ricreative come piccoli lavori di uncinetto e maglia.

Al piano terra, si trovavano quasi sempre locali di attività artigianali, come la bottega del fabbro, del ciabattino, del materassaio o del falegname. Inoltre, c’erano anche magazzini ad uso privato e locali usati come stalle per i cavalli.

Le case di ringhiera oggi

Oggi, le case di ringhiera non sono più come prima e si sono trasformate per soddisfare la nuova domanda sul mercato. Molte abitazioni sono state fuse per realizzare nuovi appartamenti più grandi, con tutte le comodità di oggi. Ad esempio, il bagno non è ovviamente più condiviso con tutto il piano, e non ci sono più nemmeno lavatoio e stenditoio nella corte centrale.

Se siete curiosi e desiderate ammirare il fascino delle case di ringhiera a Milano, vi consiglio di fare una passeggiata in due zone semi-centrali: Via Pier della Francesca e Corso San Gottardo. Qui sarà possibile trovare grandi portoni di legno dietro ai quali si trovano ancora i cortili di una volta delle antiche case di ringhiera, a testimoniare una “la Milano antica”.

Torna alla HOME.………..Clicca qui

 

 

 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *